La Generazione che non c'è più
Qualche giorno fa mi sono riascoltato We are the world e Do they know it’s Christmas. Molti, che non sono ancora arrivati ai quarant’anni, non sanno di che cosa io stia parlando. “Usa for Africa”, insieme ai “Band Aid”, sono stati la più grande mobilitazione del mondo musicale a favore dei poveri. Sì, dei poveri del terzo mondo in particolare. Ha avuto il merito di sollevare un problema enorme e di unire, e coinvolgere, tutte le generazioni di quell’epoca e inchiodare al televisore, per un concerto irripetibile durato ore, miliardi di persone. Proprio miliardi di persone. Miliardi di persone che, insieme a tutta quella generazione di Artisti, aveva teso una mano, aveva speso una lacrima per tutta quella parte del mondo, la maggioranza dell’umanità che non aveva e non ha tutt’ora niente da mangiare, nessuna ragione per vivere. Un’umanità che non ha notti per sognare, che non ha un presente per poter costruire un futuro. Un’umanità che non ha un alito di vita. Decine di Art