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Travolti da un insolito destino…

Mentre sfilano sulle spiagge gli ultimi resti delle vacanze, e ci si prepara ad un preoccupante autunno pieno di incognite, mi torna in mente un termine caro a chi era presente in quegli anni del dopo ’69, quando la strage alla Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano, diede il via all’ Autunno Caldo nel nostro paese. Quel periodo che oggi si tende a dimenticare, fu molto di più che un intensificarsi di un conflitto industriale. Conflitto, che accompagnava un rinnovo contrattuale che interessò più di cinque milioni di lavoratori. Quel periodo, rappresentò il culmine di una presa di coscienza generale, il formarsi di un grande movimento collettivo, che travolse il nostro paese per qualche anno.   Quelli come me che lo vissero dal di dentro, partecipando a lotte, manifestazioni e scontri di piazza, sono l’intera generazione del dopoguerra che è stata travolta da un insolito destino. Un destino già allora pilotato e deviato, che ci ha illuso per un attimo di aver vinto, per poi ritro

L’insostenibile leggerezza dei NoVax

A me i NoVax mi fanno tenerezza… anzi no, li odio. Cioè come spiegarvi; li vedi sempre così saccenti che sorridono tra di loro. Ti guardano come fossi un appestato, un imbecille che si è fatto fregare dal proprio Governo. Un poveretto che si è fidato ciecamente della scienza. Una scienza che secondo loro, ha volutamente combinato una pandemia, spargendo un falso virus per farci fuori tutti. Robe da matti. E poi i creduloni siamo noi…   In ogni caso, non riesco a comprendere questo loro modo di vivere con tranquillità, leggerezza, sicurezza. Esposti come sono alla probabilità di beccarsi una delle mille varianti di sto virus assassino, se ne vanno in giro beati senza pensieri. Io non sono tra quelli che dicono che se uno di loro si ammala, bisognerebbe lasciarlo morire senza intervenire. Per carità, siamo esseri umani non animali. Però anche lasciarli scorrazzare liberamente, con la probabilità che senza saperlo mi infettino, non è giusto. Loro ti dicono: ma che ti frega. Se sei va

Fesso chi legge

Capisco che molti di voi si sentiranno insultati. Ma vi comunico che non ho intenzione di ritrattare. Se mi lasciate il tempo per spiegare, vi accorgerete che nessuno di voi si deve sentire offeso, ma anzi scoprirà che di tale “epiteto”, deve rallegrarsi.   Come diceva sempre la mia mamma: “La vita da sé, fa sempre qualche cos, che tu lo voglia o no”. Insomma era per dire che la vita scorre comunque, in ogni caso. Che il tempo (purtroppo) vola, e gli anni che tu lo voglia o no passano. Così siamo tutti quanti o quasi, ancora qui a raccontarci le stesse cose. A farci notare le stesse distonie di un mondo che si sgretola, a ricordare come nel passato le cose fossero diverse, a sentenziare che “avevamo meno cose, ma ci divertivamo con poco”. Intanto la vita va avanti.   Oggi tutto si è complicato, tutto si è avvolto di una nebbia difficilmente penetrabile, tutto è diventato ordinario, superato nel momento della nascita, dozzinale, senza emozioni. Lo sappiamo, lo constatiamo ogni g

Quale allegria

Così tra spintoni, insulti, elemosine, una vita di routine, ricchi, poveri, grandi, anziani e piccini, siamo arrivati alle vacanze. Mare, montagna, viaggi all’estero che costa meno, Sardegna, Sicilia o quel che capita, basta che si vada in vacanza. Senza un piano futuro, senza una lira in tasca, ma con allegria, perché quella non deve mai mancare.   Non manca nelle cene e nelle feste faraoniche dei ricconi, che se ne fottono di insetti, green e futuro del pianeta. Sbranano montoni interi alla brace, divorano tonnellate di gamberi e tracannano fiumi di vini costosi sui loro panfili dorati, nelle loro ville impenetrabili, nei loro club esclusivi. Feste e cene, con donne, bambine, bambini e ragazzi, pronte/i a tutto, o costretti a tutto. Sono inattaccabili, sono irraggiungibili, e anche semmai un giorno dovessero essere raggiunti da uno sprovveduto giudice, o da uno spudorato magistrato, verranno comunque assolti da qualunque tipo di reato o, se condannati, continueranno tranquillame

Mai stati eroi

Il “Rocker de’ noantri” il “Liga” nazionale, ci avvisava già qualche anno fa: Niente paura. “Ci pensa la vita..” gli avevano detto così.   Per definizione culturale abbiamo sempre pensato che i Rocker, fossero quelli che erano davanti a tutto e tutti. Che avevano capito tutti e tutto, che potevano permettersi tutto e tutti. Ci sembravano tutti belli e dannati, tutti ricchi e sballati. Loro avevano il potere di comprendere i disagi delle ere giovanili, e portare avanti dall’alto di un palco con la lor musica, la nostra protesta. Insomma dei novelli “Vati” dai lunghi capelli, che ci avrebbero indicato la strada, e avrebbero ribaltato il sistema. In realtà la Treccani riporta tutti con i piedi per terra, dando di Rocker la giusta definizione e di conseguenza la giusta dimensione: “Chi canta o compone musica Rock”. Fine.   Così anche il nostrano Ligabue che era contro tutto e tutti, che sbraitava contro il sistema lanciando anatemi ai proseliti in delirio sotto il suo palco,

La mosca nel cappuccino

Lo ammetto, sono un cultore del cappuccino. Il cappuccino è una delle cose che mi da più soddisfazione nella vita. Ma deve essere fatto bene e qui, casca l’asino.   Il “cappuccino” è la bevanda italiana più conosciuta al mondo. Ma per le origini dello stesso, dobbiamo cedere il passo a ottomani e austriaci, che per primi hanno giocato un ruolo chiave nella divulgazione della “coffee culture” in tutta Europa e di conseguenza, in tutto il mondo. Il cappuccino si porta dietro tali e tante storie e leggende, che è difficile dire dove esattamente sia nato. Ma sembra che solo negli anni 30’ a Trieste, si trovasse questo caffè-latte con il latte montato a vapore. Vero o no che sia, da quel momento in poi l’estro italico ha fatto la storia di questa bevanda nel mondo.   Io nelle città in cui ho vissuto, ho sempre cercato un posto di riferimento dove andare a prendere un ottimo cappuccino. Non sopporto quelli con troppo latte, troppo caldi, troppo freddi o tiepidi, troppo caffè, poca

La vita che non c'è

Non so voi ma io sono veramente stanco di tutti questi beceri professionisti “dell’informazione”. Sono stanco dei Bruno Vespa, delle Myrta Merlino, dei Fazio, Floris, Gruber, Parenzo e chi più ne ha ne metta. Oggi poi, sono stanco anche dei “ritardati del risveglio”. Da Cacciari a Giordano anche qui c’è né per tutti.   Come se non bastasse, mi è anche toccato sorbirmi Alessandro Baricco, che con il suo fare da intellettuale “sopra tutto e tutti”, ci spiega che la colpa di tutto quello che è successo e della situazione in cui ci troviamo, è dello “storytelling”. Cioè la storia raccontata è stata esagerata rispetto poi ai fatti successi. https://visionetv.it/baricco-limmenso-potere-dello-storytelling-che-ci-domina/   Insomma non è che il piano criminale per ammazzare scientificamente la gente, e cambiare le dinamiche del mondo è sbagliato e orribile, ma è che è stato tutto esasperato. Tutto troppo esagerato. Talmente esagerato che alla Scuola Holden, quel