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Visualizzazione dei post da maggio, 2022

Io non vi perdonerò mai

La vicenda dell’Eurovision 2022, ha chiuso definitivamente il capitolo della coscienza di massa, del pensiero critico e dell’autonomia decisionale. Non che ci fosse bisogno di altre conferme, ma gli articoli letti in questi giorni, i post, le chiacchiere che ho sentito in giro, hanno confermato inequivocabilmente la fine di questo paese dal punto di vista dell’autonomia cerebrale. Non sono contrario ai festival o a kermess di questo tipo anzi, auspico che il mondo sia pieno di ragazzi che si possano ritrovare, cantare e ballare sulle note delle canzoni dei loro idoli. È che “questo” Eurovision, non ha avuto niente a che vedere con le chiassose folle che riempivano gli stadi o i parchi nella provvisoria illusione di “essere liberi”. Il gruppo Ucraino: Kalush Orchestra vince l'Eurovision. Lo vince in una città che mi è cara: Torino dove ovviamente, al di là della lucente e festosa immagine del Festival, si nascondono mali oscuri e di lunga data. Mali mai risolti, che convivono c

Dietro la collina

A volte qualche lettore mi giudica un po’ “pessimista”. Forse ha ragione. Io in realtà cerco sempre di essere molto realistico e, da quando sono bambino, ho sempre tenuto fede a quello che mio papà mi diceva: “Immagina il peggio che c’è e preparati ad affrontarlo. Non ti preoccupare non accadrà mai, ma se dovesse accadere sei pronto a fargli fronte”. Così qualche volta atterro su questo pianeta, sono un “pesci” e come tutti i pesci più propenso ai sogni che alla realtà e cerco, di calarmi nella vita reale. Se tornassimo indietro nel tempo e rileggessimo la storia, quella vera, riascoltassimo le frasi dei leader dei grandi paesi o quelle delle persone influenti, se diamo uno sguardo ai cambiamenti economici e politici che investono da qualche tempo il pianeta, ci accorgeremmo di come in modo ben delineato, dietro tutto questo ci sia la costruzione di un puzzle che si sta rivelando in tutta la sua mostruosità e pericolosità. Dietro la collina il futuro di questo paese è tutt’altro che

Il mondo che verrà

 Il mondo che verrà, non avrà niente a che fare con quello che abbiamo conosciuto sino ad ora. Lo hanno capito in tanti chi prima chi dopo. La maggior parte delle persone, ha accettato senza battere ciglio una “nuova” normalità, che agli occhi dei tanti che hanno intuito come andrà a finire, non è accettabile. Questa maggioranza si aggira sicura tra le strade e le piazze delle città, trovando normale il vedere gli amici bardati di tutto punto con mascherine e guanti (alcuni) e, salutandosi dandosi il gomito o il pugno. Questa maggioranza poi si siede ai tavolini dei bar e dei ristoranti, ordina da bere o da mangiare, mostra con sicurezza il proprio lasciapassare come si mostra con noncuranza, il biglietto del tram al controllore. Nel loro mood quotidiano vivere così, rinchiusi da un modus vivendi che ha imposto regole sostenute da una campagna di terrore senza precedenti, per loro è diventato normale. È diventata: la vita. Klaus Schwab il co-fondatore di Google, ha dichiarato c

Se vuoi la verità, dovrai cercartela da solo

Julian Paul Assange il 3 di luglio 2022 compirà 51 anni. Probabilmente farà il compleanno in un carcere di massima sicurezza degli Stati Uniti. Oggi (20 aprile 2022), la Corte di Londra quasi sicuramente darà il via libera alla sua estradizione in America. Rischia 175 anni di carcere. Per quanto mi riguarda, quello che rischia non è più così fondamentale. Julian Assange fisicamente non esiste più da tempo. Imbottito di chissà quali sostanze negli anni passati in carcere, Assange è ormai una larva umana. Gli Stati Uniti lo inseguono da anni, perché Julian ha rivelato “documenti segreti” in cui si evincevano i crimini americani, le esecuzioni, i soprusi gli stupri umanitari e politici, da loro perpetrati nei paesi "invasi" dall’impero USA. Documenti “segreti” che quindi noi, la gente comune, il popolo di questo pianeta, non doveva venire a conoscenza. Perché il popolo “bue”, il popolo stupido e manipolato, deve essere oggi aizzato contro i cattivi Russi, contro i guerrafon