Dietro la collina

A volte qualche lettore mi giudica un po’ “pessimista”. Forse ha ragione. Io in realtà cerco sempre di essere molto realistico e, da quando sono bambino, ho sempre tenuto fede a quello che mio papà mi diceva: “Immagina il peggio che c’è e preparati ad affrontarlo. Non ti preoccupare non accadrà mai, ma se dovesse accadere sei pronto a fargli fronte”. Così qualche volta atterro su questo pianeta, sono un “pesci” e come tutti i pesci più propenso ai sogni che alla realtà e cerco, di calarmi nella vita reale.

Se tornassimo indietro nel tempo e rileggessimo la storia, quella vera, riascoltassimo le frasi dei leader dei grandi paesi o quelle delle persone influenti, se diamo uno sguardo ai cambiamenti economici e politici che investono da qualche tempo il pianeta, ci accorgeremmo di come in modo ben delineato, dietro tutto questo ci sia la costruzione di un puzzle che si sta rivelando in tutta la sua mostruosità e pericolosità.

Dietro la collina il futuro di questo paese è tutt’altro che rassicurante. La guerra in Ucraina, uno degli ultimi fondamentali pezzi di questo puzzle, ha diradato le nebbie sul futuro del nostro paese e rivelato tutta la strategia che vi si nasconde. A fine anno, ci troveremo a fronteggiare un periodo nero che segnerà un definitivo punto di svolta sulle sorti dell’Italia. Con la scusa della crisi, noi ci ritroveremo praticamente in uno “stato di guerra” o, se vogliamo essere meno diretti, in una situazione di “emergenza di guerra”, che ci obbligherà a tutta una scelta di “strette” economico/sociali e restrizioni, che ricorderemo gli anni del “Covid” e della finta pandemia, come una “passeggiata di salute”. Già oggi vediamo dibattere inutilmente i nostri “grandi pensatori”, i nostri “politici” i nostri “tecnici”, sulle possibili vie o scappatoie dalla dipendenza dell’energia Russa che, ricordo a tutti, ci permette da decenni di cuocere la pasta sui nostri fornelli e alimentare le nostre industrie. Tutti questi personaggi, hanno risposte rassicuranti e rilasciano al “popolo” notizie confortanti sul futuro, salvo però ammettere che nell’immediato dovremmo fare dei “sacrifici”. Gli ennesimi. Dai tempi dell’Austerity (qualcuno lo ricorderà) e delle domeniche a piedi, siamo sempre stati chiamati a “sacrifici”, che non solo non hanno portato a niente, ma hanno peggiorato la situazione. Questo non perché siamo cattivi noi, o perché non rispettiamo le regole, ma perché tecnici e politici sono sempre stati a parte qualche rarissima eccezione, dei grandissimi cialtroni e degli imbonitori da strapazzo.

Le argute mosse di oggi, gli accordi (per ora solo verbali) sulla fornitura di gas Algerino, le pale eoliche, l’energia solare etc. etc. sono tutte balle clamorose alle quali la maggior parte di questo “popolo di sudditi” crede ciecamente. Quando ad ottobre i riscaldamenti saranno “tagliati”, la colpa sarà di Putin, non dei nostri vergognosi governanti che per decenni non hanno fatto niente. Non un’idea, non una mossa. “Repubblica” qualche giorno fa ha pubblicato un articolo, (https://www.repubblica.it/economia/2022/05/04/news/gas_emergenza_russia_record_vendite_stoccaggi-347985987/) che racconta come in Europa, si stia procedendo all’approvvigionamento del gas (Russo), per riempire i magazzini di stoccaggio, sfruttando i prezzi più convenienti e le emissioni da parte della Russia, che sono costantemente salite in metri cubi da novembre ad oggi. Fatemi capire: facciamo la guerra al gas Russo, non vogliamo più prenderlo, ci raccontano che i russi ci vogliono morti, adottiamo sanzioni che distruggeranno la nostra economia e poi, scopriamo che non solo stiamo continuando a comprare il loro gas a prezzi calmierati, ma anche che stiamo riempiendo i magazzini in previsione dell’inverno. Quindi la campagna di terrore e di caccia al nemico Russo che via via si diffonde nel nostro paese, non altro è che un pezzo del puzzle che ci porterà oltre la collina, a scelte terribili.

L’Ucraina, regione che in questo momento sta in mezzo a tutto questo, si dibatte tra proiettili e bombe, in case fatiscenti, situazioni disperate, paura, terrore e nessuna speranza per il futuro. “La guerra è bella. Agli Italiani piace fare la guerra..” Luttwak ne è convinto e con lui milioni di altri individui che della guerra niente sanno, non conoscono niente e non vogliono sapere niente. Non vogliono sapere quando e come le cose sono iniziate, non vogliono sapere se c’è e/o esiste una colpa pregressa. Seguono e vogliono sapere una sola verità: quella che Tv e giornali raccontano. L’Italia, paese di “allenatori” di pallone ieri e “generali” in pectore oggi, tutti ugualmente ignoranti, tutti ugualmente inutili, è pronta per asservire i voleri del potere. Non a caso tutte queste persone e, sono milioni, non sono interessati ad informarsi veramente e sono stati sapientemente preparati, come soldatini, a seguire i dettami del regime. Nessuno cerca fonti alternative di notizie, rilegge la storia si confronta e prova a ridisegnare le informazioni a senso unico che vengono raccontate tutti i giorni. In fondo la “massima aspirazione” del nostro popolo, è quella di unirsi a gregge, di trovare “compagni di merende”, di non essere dalla parte delle minoranze, ma assoggettarsi in massa al “pensiero unico”. Meno fatica, meno spreco di energie e più amici. Più alleati con cui spartire il verbo e l’illusione di essere liberi.

Insomma informarsi è fatica. Informarsi è controllare, ragionare, fare paragoni con la storia, fare ricerche sollevare dubbi. Pratica quasi mai in uso nel nostro paese. Fino a pochi mesi fa, l’Ucraina era una di quelle regioni che come il Gabon (ufficialmente Rèpublique Gabonaise), nessuno sapeva neanche dove si collocasse geograficamente. Se chiedevi a qualcuno di ricordare il disastro della centrale nucleare di Chernobyl, tutti ti avrebbero risposto che si, qualcosa ricordavano e che la centrale era dalle parti della Russia. Maledetti Russi. In fondo, nell’ignoranza avrebbero comunque avuto ragione. L’Ucraina effettivamente, è diventata indipendente solo dopo la caduta dell’Impero Sovietico nel 1991. Ma ovviamente nessuno ricorda questa cosa.

Ma lo ricordiamo noi, che “reietti” della società combattiamo ogni giorno per raccontare un’altra verità. Noi che parliamo alla gente del pericolo che stiamo per affrontare. Lo ricordiamo noi che tutti i giorni da anni, manifestiamo per svelare il grande inganno che sta dietro a tutto questo enorme puzzle, che piano piano, senza nessuna interferenza, i “potenti” della terra stanno costruendo per realizzare il loro obiettivo finale: il dominio sui popoli della terra.

Lo ricordiamo e lo raccontano con noi, i “reporter” di questa guerra che stanno dalla parte della verità “scomoda”, che ci informano ci mandano immagini video e che sono costantemente censurati, messi da parte, calpestati e ridotti a branco di reietti. Reietti ai quali ovviamente non si può e non si deve credere perché la verità, il pensiero unico, la costruzione di un “mondo nuovo”, deve andare avanti e deve sbarazzarsi con la forza anche brutale, degli eventuali ostacoli che incontra lungo il suo percorso.

Come ho detto più volte, se non ci salveremo noi non ci salverà nessuno. Noi che non siamo il “popolo eletto”, ma che abbiamo visto con terrore e in anticipo, la fine del puzzle e sappiamo che cosa ci aspetterà. Noi che tutti i giorni dobbiamo lottare, per insegnare ai nostri figli un’altra verità, per affrontare le difficoltà sul lavoro, quelle con gli amici e con i parenti. Noi che non abbiamo mai creduto dall’inizio alla bontà di questo puzzle, che raccontiamo da sempre un’altra verità, solleviamo dubbi e esortiamo tutti i giorni la gente a capire, a confrontarsi.

Francesco De Gregori, lo aveva detto chiaro negli anni settanta:

“..dietro la collina, ci sta la notte crucca e assassina”.

Bruno Marro

http://brunomarro.it/

https://www.databaseitalia.it/writer/bruno_marro/

 

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