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Visualizzazione dei post da gennaio, 2021

Il giorno del vaccino

Apro gli occhi. Ho dormito malissimo. Ero agitato, nervoso anzi no... eccitato. Avevo quella smania, mista a timore, che ti fa battere un po’ più velocemente il cuore e non ti lascia dormire. Più volte mi sono alzato dal letto, controllando l’ora che sembrava non passare mai. Bagno, cucina per un bicchiere d’acqua, guardavo fuori... nessuno. Apro gli occhi e vedo la luce filtrare dalle persiane. Ci siamo, dico, è ora! Mi alzo nuovamente, controllo l’orologio e... sono in anticipo, molto in anticipo. Non importa, così ho tempo per fare le cose per bene. Stacco la sveglia, tanto sono sveglio e mi preparo il caffè... mmm non ricordo se posso fare colazione o no. Ma sì che mi importa della colazione, la farò dopo, più tardi, anzi non la farò, salterò direttamente al pranzo. Si ma farò un pranzo come si deve, perché dovrò festeggiare. Apro le finestre, il sole comincia a scaldare. Da tempo non ricordavo un sole così bello, di domenica, in una giornata primaverile. Adesso sì ch

Informazione e pensiero

Parto da un fatto che ha colpito una cara amica nella veste di un suo familiare. Il cognato decide, qualche giorno fa, di farsi vaccinare contro il Covid. In famiglia si apre una discussione tra chi lo sconsiglia vivamente e chi, invece, lo appoggia sostenendolo con vigore. Lui, che non aveva bisogno di approfondimenti per decidere, perché immagino avesse fatto tutte le ricerche possibili e si fosse informato in modo esaustivo, si fa vaccinare. Qualche giorno dopo, viene ricoverato in ospedale con simpatici effetti collaterali . Ora, nessuno dei familiari che lo avevano sconsigliato ha gridato: Te l'avevo detto... ma certo è che il fatto in sé merita un approfondimento sulle scelte che facciamo, sul come le facciamo e sul perché le facciamo e su come, dove e come ci informiamo o possiamo informarci, in modo libero e consapevole. Tempo fa mi è capitato tra le mani un articolo del British Medical Journal, scritto dal Dott. Peter Doshi: https://blogs.bmj.com/bmj/2021/01/04

La libertà

Qualche giorno fa mi chiama un caro amico. Una persona molto importante nel mondo dell’Arte e della Moda. Un Artista vero. Mi dice che legge regolarmente i miei articoli su Linkedln, che li trova calzanti, scritti bene e appropriati, ma trova che quello che ne viene fuori è che io sia molto “incazzato” con il mondo e che, forse, dovrei abbassare i toni. In effetti gli dico non hai torto; sono molto arrabbiato. Io non sono Politically Correct e l’Arte, per principio, non lo è. Parto da questa critica/discussione con questo mio amico, per scrivere l’articolo di oggi. Penso spesso a mio padre. Non c’è più da molti anni eppure, ancora oggi, regolarmente penso a lui. Un eroe della guerra partigiana, non di quelli con le foto patinate sui giornali e poi inseriti perfettamente nel sistema. Uno di quelli che non ha mai raccontato cos’è stata la guerra, com’è andata, se aveva paura e, soprattutto, se aveva mai ucciso qualcuno. Aveva 20 anni. Non aveva social, televisione, giornali

L'Italia balla felice sul ponte del Titanic

.…C’è sicuramente una diga rotta nell’invisibile, un affollarsi frenetico di disincarnati verso il porto fatale del reincarnarsi: questi sei miliardi di abitanti tutti indistintamente, malvagi e buoni, da compiangere… Scriveva così nel 1999 il compianto Guido Ceronetti, poeta, filosofo, scrittore, traduttore, giornalista, drammaturgo, teatrante e marionettista italiano. Mai si sarebbe immaginato che le sue parole sarebbero state così profetiche. Non credo avesse immaginato il mondo odierno ma, sicuramente, il finale della sua rubrica Lanterna rossa, che il giornale La Stampa pubblicava, ha una sorta di visione, di presagio di percezione che, moltiplicata all’infinito, siamo (tutti nessuno escluso) riusciti a realizzare: … Sei miliardi di non pensanti . Ahimè la maggior parte, folle sterminate, sono bruta materia, ottusa, senza un’idea: la mole senza la mente, la ragione atrofica, moncherino. Pericoloso è specialmente il tipo che pretende migliorabile questa miliarderia di