Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2024

So This is Christmas

Lo cantava John Lennon nel 1971, e ora come allora, il nodo centrale del problema resta la guerra. Resta l’eterna lotta tra bene e male. “I hope you have fun” ironico come sempre, Lennon ci augurava anche di essere felici. Ora come allora, siamo nuovamente arrivati al Natale e tutti, facciamo finta di essere felici. Molti di noi, per chissà quale strano connubio di neuroni, lo sono in modo genuino. Altri, anche qui per qualche strano ma diverso connubio di neutroni, lo sono molto meno.   Non sono un cattolico credente, ma resto sempre molto curioso e guardo con attenzione ma sufficiente distacco, a tutte le manifestazioni ecclesiastiche e agli afflati di devozione verso la nascita del “Signore nostro Dio”. La faccio breve e nel farla, sottolineo che questo mio distacco dal cattolicesimo, mi mette nella stessa posizione anche riguardo “Lucifero”, detto comunemente “Satana”. Di Nostro Signore abbiamo un posto nell’Antico Testamento e una ipotetica data di nascita, mentre di Lu

La demenza senile precoce

Da un po’ di tempo, la maggior parte di noi è affetta da demenza senile precoce. Non ha importanza l’età anagrafica. Spesso le nuove generazioni nascono già con la demenza senile. E se per noi, i più anziani, c’è almeno una giustificazione anagrafica, per i più giovani la cosa è quanto mai imbarazzante.   La demenza senile, non è una vera e propria malattia ma una condizione. Insomma un “mondo a parte”, nel quale probabilmente la persona che ci si ritrova, non ricordando i minuti precedenti, vive anche bene. Questa non malattia diventata precoce, da un po’ di tempo si combina con un'altra micidiale non malattia: la non comprensione.   La non comprensione a onor del vero non dipende spesso da noi, ma dall’altrui interlocutore. Faccio un esempio. Se alla Tv durante un’intervista dico: “Domani è lunedì”, la comprensione è chiara a tutti. Ho detto che domani, cioè il giorno che viene dopo oggi è lunedì. Da ciò si evince che oggi è domenica. Bene e sin qui direi nessun problema.

E le stelle stanno a guardare.

Sono milioni anzi miliardi. Ci fanno da scudo nella volta celeste. Ricordo che da bambino restavo ore con il naso all’insù, e nell’immensità stellata del cielo, cercavo di scovare “l’Orsa Maggiore” o la “Stella Polare”. E sempre mi perdevo nella scura immensità rischiarata da miliardi di piccoli puntini che mi guardavano da lassù.   I più in gamba di noi delle stelle sapevano anche qualche loro nome. Spesso quando si andava in vacanza in montagna, si passavano le sere a guardare la “via lattea”, quell’immensa nebulosa bianca, che riempiva le notti. Ricordo che quella sensazione di spazio infinito mi ha tormentato per anni. Ho passato ore della mia vita a cercare di dare una mia spiegazione a quell’idea di una cosa che non ha fine. E ancora adesso a pensarci, l’infinito è una visione talmente al di sopra di qualunque spiegazione, che non sono mai riuscito a farci pace. Certo il tempo, l’età, gli anni e il quotidiano, hanno offuscato molto se non del tutto, quel tormento di “infinito