Never ever die young

“Never give up, never slow down

Never grow old, never ever die young”

Lo scriveva James Taylor nel 1988 riferendosi a quando eravamo bambini, a quando credevamo che il mondo fosse nostro. Allora, pensavamo che i pomeriggi d’estate non sarebbero mai finiti, che avremmo scritto sulle pietre il nome del nostro primo grande amore e, che sarebbe stato per sempre. Essere bambini, adolescenti e poi giovani, vuol dire crescere, imparare, sognare, sperare, costruirsi un futuro. Noi i genitori, speriamo da sempre che il futuro dei nostri figli sia migliore del nostro.

Ci sono genitori, che hanno venduto i propri figli per soldi, pochi davvero, perché costretti dalla guerra, perché indifferenti alla vita, perché in fondo poi, ognuno ha una sua morale, un suo modo, una sua vita che ritiene di gestire come meglio crede.

Ci sono genitori che hanno combattuto e sono morti per i propri figli, che si sono sacrificati per loro, che li hanno vestiti, curati, istruiti e lasciati liberi nel mondo, con la speranza di andarsene prima di veder andare via loro.

Nessun genitore normale, vorrebbe provare nella vita, lo strazio di veder morire i propri figli. È un obbrobrio contro natura e, mostra la fragilità di questa umanità errante, che si trascina ormai tra miasmi radioattivi, parvenze di civiltà, torrenti di sostanze malefiche e malattie che, malgrado le centinaia di anni passati, non riusciamo a curare, a prevenire a fermare. Il mondo è cambiato. Oppure, come preferisco dire io, sono riusciti a cambiarlo e noi, quasi tutti ci abbiamo creduto e ci siamo andati dietro.

La grande diga che arginava e teneva in equilibrio le nostre fragili vite, si è definitivamente rotta e, non saremo più in grado di ripararla. Discendiamo a valle, trascinati dalla foga e l’impeto delle genti che si riversano nel mondo con auto, aerei, barconi, a piedi con qualsiasi mezzo. Tutti scappiamo da qualcosa che non conosciamo e, che chiamiamo paura.

Qualcuno di noi, scappa da una paura più grande, come la guerra e la fame.

Tutti scappiamo da una paura certa: la morte.

Camminiamo ormai, trascinandoci verso non sappiamo neanche cosa, con le nostre piccole e fragili certezze: una famiglia in preda ad equilibrismi minimali, un lavoro che crediamo duraturo ma che oggi stesso potrebbe finire e, mille stupidi inutili cose, che ci permettono di sostenere il peso di questa grande fatica: la fatica di vivere.

Viviamo una vita che ha perso la direzione, che ha sovvertito e regole, che ha dimenticato le più elementari libertà, fiaccando la nostra volontà, i nostri sentimenti, le aspettative, i nostri sogni. Ci rifugiamo ognuno di noi, nel proprio piccolo monolocale dove, in silenzio e senza far sapere niente a nessuno, ci sediamo davanti alla tv, nuovo messia dei popoli, aspettando che qualche cosa succeda, che qualcuno ci indichi una via, che le cose si trasformino da sole.

Siamo esseri confusi senza un’idea, senza più una speranza.

Nel frattempo, in preda ad un delirio universale, molti di noi, stanno svendendo i propri figli immolandoli alla causa del “dovere morale”, non dando loro la possibilità di scegliere, di decidere, di ragionare, pensare, sognare e costruirsi un diverso futuro. Sento dire: “Sono troppo piccoli e fragili per capire questo momento difficile. I genitori sono anche qui per scegliere per loro e decidere la via migliore”. No. I genitori, sono qui per proteggere a costo della propria vita, i figli, che sono il futuro di questo pianeta, dell’intera umanità.

Ieri li si svendeva per soldi oggi, li svendiamo per tornare a una normalità, a quelle libertà che abbiamo perso, in nome della paura di morire. Non torneremo mai più indietro e, la svendita dei figli a questo altare della speranza, non servirà. Li ammazzeremo, li perderemo, li deformeremo, gli toglieremo la possibilità di sognare, di avere una vita normale. Gli precluderemo forse la possibilità di avere altri figli, di camminare normalmente, di potersi costruirsi da soli passo dopo passo, nella più assoluta libertà, la propria vita.

Il futuro non è più nelle nostre mani, lo abbiamo svenduto nell’illusione di un ritorno a quel che avevamo, senza vedere da subito, che tutto era un grande inganno e, che non ci saremmo mai più ripresi quello che avevamo. Così, accecati dalla paura, senza più riuscire a ragionare, stiamo immolando i nostri figli, il futuro di questo pianeta, per un terribile atto di egoismo e di falsa speranza, che produrrà soltanto altri lutti, altre lacrime altri disperati. Disperati che si riverseranno per le strade, attaccando i disperati che si sono tenuti al margine di questo grande inganno, riversano la rabbia su di loro, in una sorta di guerra fratricida, che non ridarà a nessuno il proprio passato, le proprie libertà, i propri figli.

“Never ever die young”, non si dovrebbe mai morire giovani, ma soprattutto, non si dovrebbe mai immolare i propri figli sull’altare di un’illusione e un’isteria collettiva, che ha preso le nostre menti e, non ci permette più di ragionare. I figli, i nostri figli, sono il futuro del nostro pianeta, l’unica cosa che resterà dopo di noi. Ribellatevi se qualcuno ve li tocca, o li obbliga a fare cose che loro non vogliono e, combattete i genitori che li svendono in nome di un ritorno a un futuro che non sarà mai. I figli sono l’unico futuro che abbiamo. Dobbiamo averne cura e dobbiamo proteggerli, da chi li vorrebbe relegarli ad una vita senza sogni, da chi vorrebbe farne i propri schiavi.

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