L’insostenibile pesantezza dell’essere

Vero avevo promesso a me stesso di non scrivere più. Non che all’umanità la cosa importasse molto, ma scrivere per me ha significato parecchio. Non parlo solo delle mie canzoni della mia musica che continuo a fare, ma anche scrivere le righe che in questi ultimi anni mi hanno permesso di restare in contatto con moltissime persone. Mi hanno permesso di raccontare attraverso due importanti canali di controinformazione quello che pensavo. Mi hanno permesso di raccontare la mia verità sempre suffragata da fatti veri, documenti veri e vere dichiarazioni. Mi hanno permesso di restare a contatto con tutti quelli che in questi ultimi anni si sono fatti delle domande, si sono sentiti battuti, umiliati, vinti. Hanno sentito come se le loro vite fossero state messe in vendita al miglior offerente.

 

Purtroppo è andata così davvero e tutti noi ora, ci trasciniamo sulle macerie di quello che è successo, quello che ci hanno fatto, quello che abbiamo permesso loro di farci.

È un peso non indifferente che la maggior parte di noi ha scelto di accantonare, di dimenticare e di vivere come se niente fosse successo. Convivo tutti i giorni con questa “pesantezza” che accompagna inconsapevolmente le nostre vite. Sento gente in giro parlare di morti in Palestina e morti di amici o parenti con un distacco apparente che rasenta l’incredibile. Quello che sono riusciti a farci è uno schiaffo alla nostra cultura, al nostro modo di essere, di vivere e sperare nel futuro.

 

Non voglio mettermi qui a raccontare quello che sta succedendo, quello che ho previsto e raccontato su questo mio blog da molto tempo. Ormai questa cosa non ha più importanza. Ormai non possiamo neanche più rallentare questa frenetica discesa verso gli inferi che travolgerà tutta l’umanità. Lo trovate esageratamente tragico? Purtroppo è ancora niente rispetto a quello che avverrà. Nella controinformazione da molto tempo medici, informatori, artisti, giornalisti, cercano di avvisare tutti noi del pericolo che stiamo correndo e di come le generazioni future saranno costrette a vivere in un mondo “digitale” controllato in tutto e per tutto, pianificato e diretto a sostenere l’élite che ci comanda e lo comanderà in futuro. Il tutto sorretto dalla falsa narrazione che così vivremo più protetti, più sicuri, più felici.

 

Sapete qual è la cosa più sconcertante? È che a tutti noi nessuno escluso, questa cosa importa più. Siamo tutti concentrati solo su noi stessi. Sulla nostra vita come individuo e non siamo più interessati ad allungare una mano per aiutare chi è in difficoltà. Certo alcuni di noi per strada quando vedono qualcuno che chiede l’elemosina gli allungano 50 centesimo (un euro è troppo) silenziando così quella flebile voce che ancora dentro di noi cerca di spingerci a scendere in piazza, protestare e combattere per salvare tutti insieme questa umanità.

Quasi tutti riderete di questo articolo ma se qualcuno se lo rileggerà tra qualche anno, ammesso ancora di trovarlo in giro nel web, avrà l’amaro in bocca e per un attimo penserà che “è andata proprio così” poi tornerà alla vita di tutti i giorni che non è più lontanamente uguale a quella che sta vivendo in questi giorni e che ha vissuto in passato, ma che allora nel "loro" futuro che sarà il "nostro" futuro, sembrerà la “normale” vita di tutti i giorni.

 

Manderanno i nostri figli in guerra perché farci fare la guerra rafforzerà la loro supremazia, rafforzerà il loro potere. Pagheremo più tasse, bollette ancora più care, perché questo li renderà superiori a noi e permetterà loro di controllarci meglio. Sceglieranno per noi le macchine che guideremo, i vestiti che indosseremo, la musica che dovremo ascoltare, i treni che dovremo prendere, perché questo gli permetterà di indirizzarci meglio. Ci forniranno acqua e cibo che loro sceglieranno per noi, facendoci intendere che sono le scelte migliori, perché questo farà si che avranno a disposizione un’umanità sempre più selettiva e ubbidiente. Ci faranno ammalare con i loro vaccini, i veleni dentro il cibo per poi curarci con le loro medicine, perché questo gli permetterà di avere un’umanità sempre più accondiscendente, sempre più serva e prona ai loro voleri.

 

Sapete qual è la cosa che più mi amareggia in tutto questo? Il fatto che la “mia” generazione era quella che si considerava “eletta”, quella che aveva capito il potere della lotta, il valore della controinformazione della solidarietà, del piacere di trovarsi senza preavviso senza telefonini, senza social a casa di qualcuno e discutere, sorridere, raccontarsi e amarsi. La mia generazione era contro la guerra, era quella di Kossiga con la “K”, quella dell’immaginazione al potere. Quella che ascoltava la musica dei Led Zeppeling, di Hendrix, Beatles e Rolling stones e la west coast. Quella del Live Aid e delle imponenti manifestazioni contro la guerra del Viet Nam e del criminale Pinochet. Quella della lotta nelle fabbriche e per i diritti di tutti noi.

 

Tutto questo la mia generazione lo ha perso e di questo ne sento il peso e se ci pensate, ognuno di voi questo peso se lo porta dentro, ma tutte le mattine quando apre gli occhi si prepara e va al lavoro, lo calpesta lo mette da parte e pensa che questo sistema nel quale sguazziamo ci permette di mangiare, dormire, guardare la tv, scrivere idiozie sui social così da sentirci vivi.

Vivi si, vivi come loro vogliono, come loro decidono di farci sentire, come loro scelgono di farci vivere. Ma che vi frega, ormai il motto comune di tutti è tirare a campare e una frase che sento spesso ripetere è: ‘i nostri figli si arrangeranno e se la caveranno come abbiamo fatto noi’. Niente di più falso niente di più vero, ormai confondiamo il vero dal falso, non ci confrontiamo più non ci mettiamo più in gioco non viviamo più la nostra vita, ma viviamo la vita che loro ci fanno vivere.

 

A pensarci bene avete ragione tutti voi. Che ci importa di quello che ci succede intorno, delle guerre, dei morti della pedofilia, degli orrori dei sacrifici umani, dei bambini nelle miniere degli stupri delle aggressioni delle miserie di questa umanità.

 

La nostra vita in fondo non è male e il futuro non è affare nostro e non importa se ora dobbiamo convivere con l’insostenibile pesantezza dell’essere.

 

Bruno Marro

 

https://brunomarro.com/

 

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